Esperienze, Eventi, Cambiamenti

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Anila è stata colpita alla nuca da un braccio meccanico, Anila ha perso la vita, aveva 26 anni.

Ognuno di noi ha vissuto e vivrà, esperienze ed eventi, che inevitabilmente hanno generato o causeranno cambiamenti negli atteggiamenti, nelle abitudini, nei modi di fare e di pensare, è inevitabile, se nulla di ciò fino ora fosse accaduto credo sia il caso di interrogarsi.

Viviamo di esperienze, cambiamo in funzioni di esse, nei casi migliori cresciamo, diversamente si peggiora e se ne pagano le conseguenze.

Tanti anni fà, quando ero ancora uno studente, persi un caro amico in un incidente stradale.
Di programmi ne avevamo fatti tanti, si fantasticava sul futuro, sul lavoro, magari li avremmo anche realizzati quei sogni, ma quel giorno tutto svanì.

Tanti anni dopo, già impegnato nella professione, durante un sopralluogo in cantiere, nell’affrontare un passaggio sotto una gru edile in rotazione, un bullone precipitò sulla mia testa, avrebbe potuto spaccarmi il cranio e probabilmente ora non sarei qui a raccontarlo, ma fortunatamente ero protetto e ne uscii indenne.

Questi due eventi, vissuti in contesti diversi della mia vita, hanno lasciato un segno profondo, oggi li ricordo e li racconto.

Abbiamo quindi due possibilità, quella di ricordare e quella di dimenticare, entrambe dipendenti dalla nostra volontà.
Scegliere di ricordare implica impegno e coraggio, perché il percorso naturale, quello meno dispendioso, quello più conveniente, spesso quello consigliato, è dimenticare, metterci un punto ed andare avanti.

Un infortunio mortale è l’evidenza che l’organizzazione e il connubio uomo-macchina-ambiente hanno performato nel peggiore dei modi, che le barriere di protezione erano cosi deboli da permettere al pericolo di causare un danno, irreparabile.

Eventi di tale portata non hanno diritto all’oblio, devono entrare a far parte del corredo genetico di tutti, in particolare modo dei lavoratori e dei tecnici perché non siano dimenticati.

Molti di noi non hanno memoria delle esperienze pregresse che hanno causato dolore, o meglio preferiscono non ricordare, o  rimuovere, per convenienza, al contrario, abbiamo il dovere e la responsabilità di resistere a questa scelta, di non cedere a questo auto inganno, perché gli errori compiuti siano un prezioso deterrente.

Questo è il motivo per cui continuo a raccontare eventi tragici, nei dettagli che molti trascurano, perché non si possono correggere, perché sono ingiustificabili e irreparabili.

Ricordare drammi e dolori, analizzare le esperienze pregresse, per dissuadere colonie di inetti e irresponsabili a non compiere azioni scorrette e omissioni, ad agire comportamenti superficiali e negligenti, deve diventare una sano esercizio quotidiano.

Ma non è tutto, abbiamo bisogno di qualcos’altro.
Abbiamo bisogno di non cedere alla tensione della velocità, abbiamo bisogno di un sistema culturale che ci induca a trovare il tempo di qualità per riflettere e scegliere.

Abbiamo bisogno di indignazione e coraggio, per non cedere alla superficialità e per non compiere nulla che non abbiamo il potere di controllare e riparare.

Ed ora?

Come sempre speriamo che questo ennesimo evento possa cambiare qualcosa, ma forse lo abbiamo già dimenticato.

Alessandro Medini

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